EVASIONE CULTURALE A KM0

CAPUA: QUEI BINARI FERROVIARI CHE AFFIORANO QUA E LA’ DAL MANTO STRADALE CI RIMANDANO AD UN PASSATO NEANCHE TANTO LONTANO

L’abitudine ci rende pessimi osservatori. Chi vive da sempre nel luogo natio non si accorge di significativi particolari. Che quanto evidenziato corrisponda a verità trova riscontro nella circostanza che un forestiero, ovvero la persona che capita per la prima volta in una località che non conosce, vi coglie più dettagli di interesse di chi vi ha sempre dimorato. Chi viene da una diversa località è, infatti, animato da un maggiore spirito di osservazione e questo spiega il motivo per il quale, molto spesso, è proprio questa tipologia di persone a porsi delle domande circa elementi del paesaggio urbano che, benché alla portata della visuale di chicchessia, non suscitano un analogo interesse. Qualche giorno addietro, con l’analogo stimolo che anima il viandante forestiero, abbiamo voluto fare il punto su alcuni tratti di binari ferroviari che, ancora adesso, fanno capolino in più punti della carreggiata stradale della città di Capua. Si allude a quelli affioranti in prossimità dell’incrocio stradale adducente al viale della stazione ferroviaria e, contiguamente ad esso, nonché a quelli che si intravedono su via Boscariello, in prossimità di un varco secondario e carrabile alla stazione ferroviaria, peraltro sbarrato da sempre.

Le nuove generazioni, chissà quante volte ci passano sopra, a piedi o in auto, senza neanche notare quelle rotaie che ormai sono prossime a scomparire del tutto, perché coperte dall’asfalto, dal terriccio o, semplicemente, dalla stratificazione della polvere del tempo. Ho detto che sono tuttora appena intravedibili alcuni tratti di quei binari ferroviari, perché i rimanenti sono scomparsi del tutto siccome letteralmente fagocitati dalle proprietà private laterali alle preesistenti massicciate ferroviarie. Adesso spieghiamo cosa collegavano quei binari. Quello all’altezza dell’incrocio della stazione ed in prossimità del tratto iniziale del viale della ferrovia collegava il Pirotecnico con la stazione ferroviaria, con un andamento obliquo rispetto alla stazione ferroviaria, nel senso che la tratta ferroviaria fuoriusciva da un cancello -adesso non più esistente del muro perimetrale del Pirotecnico, all’incirca nei pressi della soprastante garitta di avvistamento- per proseguire poi verso l’attuale Istituto Tecnico industriale, che lambiva, per dirigersi successivamente sulla linea ferroviaria Napoli/Roma, via Cassino, che raggiungeva attraverso un cancello, anch’esso non più esistente, a circa 200/300 metri dalla stazione ferroviaria, dalla parte sud, ovvero in direzione di Napoli, ove era sussistente un capannone. La massicciata ferroviaria correva esattamente sulla linea che idealmente scorre tra l’attuale rione Eucaliptus ed il rione della Ferrovia: essa non è più visibile perché letteralmente assorbita dalle proprietà laterali. I binari ferroviari intravedibili su via Boscariello, invece, collegavano la Stazione ferroviaria, sempre attraverso un cancello che tuttora esiste, benché da sempre sbarrato, all’altro insediamento del pirotecnico, per intenderci quello che si trova al di là del sottopasso ferroviario, lungo la SP333, Capua/Grazzanise, attuale sede della Protezione civile. Perché esistevano quelle due tratte ferroviarie? Durante il ventennio del decorso secolo, in Capua, ebbe luogo una notevole produzione di proiettili e di materiale esplodente che con i carri ferroviari venivano avviati direttamente dal pirotecnico, dove venivano prodotti, alla stazione ferroviaria per poi proseguire il viaggio per il resto d’Italia ed anche oltremare, verso le colonie dell’allora Regno d’Italia. Le tratte ferroviarie rammentate, quindi, erano asservite alla logistica del stabilimento Pirotecnico per velocizzare e razionalizzare i tempi di consegna del materiale bellico. E’ stato fatto un breve excursus su quel materiale rotabile stranamente ancora visibile nel centro urbano per lasciare memoria del nostra passato e per fornire anche una spiegazione a quanti in futuro, facendo un lavoro stradale o facendo uno scavo in una proprietà privata, dovessero trovarsi inaspettatamente al cospetto di una coppia di binari. Nel dopoguerra, soprattutto sui binari contigui all’attuale Rione Eucaliptus, si intrattenevano i giovani che abitavano le case popolari edificate negli anni cinquanta del decorso secolo, in prossimità della SS.7 Appia. Poiché la linea ferroviaria era stata dismessa, le rotaie venivano impiegate per l’allestimento di un curioso passatempo, consistente nello stare seduti su di una rotaia ed abbattere il maggior numero di pietruzze collocate sull’antistante binario: vinceva chi riusciva a farne cadere a terra il maggior numero. Un gioco ingenuo e divertente in un momento storico povero di passatempi. Questo breve riflessione, oltre a lumeggiare quanti non ne fossero stati al corrente, vuole lasciare traccia dell’epoca storica di utilizzo di quel materiale rotabile e del tipo di trasporto militare operato.

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