EVASIONE CULTURALE A KM0

CAPUA: DURANTE IL TANTO VITUPERATO REGNO BORBONICO, PER RAGGIUNGERE NAPOLI IN TRENO, OCCORREVA MEDIAMENTE MENO TEMPO DI OGGI. OLTRE UN SECOLO E MEZZO TRASCORSO INUTILMENTE.

Capua è stata gratificata da uno dei primi tratti ferroviari d’Italia, dopo la tratta Napoli/Portici (NA). Nel 1860 erano attive già diverse tratte. Basti pensare che Garibaldi giunse in treno a Napoli, proveniente da Salerno, e da Caserta, ugualmente a mezzo del treno, si portava a Santa Maria C.V., per raggiungere il campo di battaglia di Capua e di S. Angelo in Formis, nella fase terminale della spedizione dei Mille. A Pietrarsa, quartiere di San Giovanni a Teduccio (NA) Ferdinando II di Borbone nel 1840, fece realizzare una industria siderurgica che dal 1845 divenne una evolutissima fabbrica di locomotive a vapore. Nell’immediato vennero costruite sette locomotive assemblando componenti provenienti dall’Inghilterra. Poi la produzione divenne completamente autonoma, con la produzione in loco delle locomotive a vapore. In un editto del 22 maggio del 1843 Ferdinando II emanò un editto nel quale compartecipava alla popolazione del suo regno che ”E’ volere di Sua Maestà che lo stabilimento di Pietrarsa si occupi della costruzione delle locomotive , nonché delle riparazioni e dei bisogni per le locomotive stesse, degli accessori dei carri e dei wagons che percorreranno la nuova strada ferrata Napoli-Capua”. E’ stato riportato questo breve passaggio dell’editto, a firma del Re Ferdinando II, per far comprendere in quale considerazione quel sovrano teneva la nostra città. Molti capuani avanti negli anni si saranno domandati se il tempo di percorrenza con i mezzi pubblici, nella tratta Capua/Napoli, con la modernizzazione complessiva dei trasporti, sia migliorata ed in quale misura. Partiamo dal trasporto su gomma, via autostrada: il tempo di percorrenza nelle ore antimeridiane e pomeridiane è di circa 1 ora e 15 minuti oppure di 1 ora e trenta minuti, ed anche di più, a seconda del traffico cittadino (Eccetto le corse in partenza prima delle ore 07.00 e dopo le ore 20.00, che impiegano poco meno di una ora). Il treno della linea ferroviaria Piedimonte Matese/Napoli, per la tratta S. Angelo in Formis (Frazione di Capua)/Napoli, impiega circa 1 ora o poco più a seconda della corsa. Il treno Capua/Napoli, via Cassino, impiega quasi un’ora (in genere 56 minuti, non sempre rispettati); qualche corsa anche 1 ora ed un quarto. Adesso vediamo quali erano i tempi di percorrenza durante il Regno delle Due Sicilie. Per farlo faremo riferimento al libro “Il teatro della guerra dal settembre al novembre 1860” di Giuseppe Novi, edito nel 1861 dalla tipografia poliglotta di Napoli. Il testo, oltre a riportare in dettaglio la battaglia del Volturno tra l’Esercito Meridionale (così erano denominate le milizie dei Mille, una volta accresciutesi di numero a seguito dello sbarco nella parte continentale del regno borbonico), comandato da Garibaldi, e l’esercito borbonico, fornisce, tra l’altro, anche notizie accurate sui trasporti ferroviari del tempo. Ne riportiamo, pertanto, uno stralcio: “Lo spazio interposto tra Napoli e Caserta è percorso coi convogli straordinari in meno di 40 minuti, ed in 48 a 50 minuti quello tra Napoli e Capua. Coi convogli ordinari si adoperano i seguenti tempi: da Napoli a Capodichino (18 minuti), da Casalnuovo ad Acerra (8 minuti), da Acerra a Cancello (12 minuti), da Cancello a Maddaloni (12 minuti), da Caserta a Santamaria (9 minuti), da Santamaria a Capua (10 minuti). In uno, minuti 79. Aggiuntovi 12 minuti per le sei fermate si ha nella totalità un’ora e minuti 31”. Riassumendo si ricava che il treno Capua/Napoli, diretto, impiegava soltanto 48/50 minuti, quasi pari al tempo che impiegherebbe, di massima, oggigiorno, un treno diretto percorrente la medesima tratta. Insomma le ferrovie borboniche risultano nel confronto superiori al trasporto su gomma odierno, che, benché più veloce, viene penalizzato, purtroppo, dal traffico cittadino, nonostante il percorso autostradale. Da quanto esposto possiamo ricavare che l’unica soluzione possibile alla velocizzazione dei trasporti tra Capua e Napoli potrebbe essere il prolungamento della linea della metropolitana già attiva da Napoli fino ad Aversa e della quale risulta in costruzione la successiva estensione e della quale si intravede, da almeno una quindicina di anni, la massicciata ferroviaria ed addirittura la stazione ferroviaria nei pressi della Casa Circondariale di Santa Maria C.V. Da tempo quella tratta in allestimento è caduta nel dimenticatoio e di essa, percorrendo la strada statale 7/Bis, che la fiancheggia, si intravedono soltanto i rovi che copiosamente ricoprono ciò che è ancora rimasto visibile di quell’importante strada ferrata in costruzione che si avvia a divenire, purtroppo per noi capuani e casertani, l’ennesima opera pubblica incompiuta.

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