CULTURA

CASERTA. PARITÀ DI GENERE E P.N.R.R., CONVEGNO IN CAMERA DI COMMERCIO CON LA TESTIMONIANZA DELL’IMPRENDITRICE DEL BASSO


Nella sala consiliare della Camera di Commercio di Caserta, ha avuto luogo – ieri pomeriggio – un interessante convegno sul tema: “Strategia Nazionale per la Parità di Genere e il P.N.R.R, discipline a confronto”.  Un’occasione importante per un confronto su questioni di grande attualità, con un approccio e un approfondimento in chiave giuridica e sociologica sui problemi legati alle discriminazioni e alle disparità salariali a danno delle donne. All’interessante dibattito, moderato dalla delegata del rettore per le Pari Opportunità dell’università “Vanvitelli” Marianna Pignata e preceduto dai saluti di Anna Mauro (presidente dell’A.D.G.I.), e dei presidenti della Camera di Commercio, dell’Ordine degli Avvocati di Santa Maria Capua Vetere, di MOICA Caserta e di RC Caserta “Luigi Vanvitelli”, hanno partecipato il professore Francesco Sbordone dell’Università Vanvitelli, Nicoletta De Angelis (ricercatrice), Marianna Mauriello (consigliera di Parità della Provincia di Caserta), Zuzana Simonova (C.U.G. dell’A.O.R.N. Caserta), Giada Lettieri (ricercatrice dell’Universite’ Catholique de Louvain del Belgio), Marinella Amoroso (delegata Moica) e l’imprenditrice Carmela del Basso. “Rendo la mia testimonianza di imprenditrice – ha dichiarato la dottoressa Del Basso – ma soprattutto espongo massimo apprezzamento riguardo al tema che è stato scelto, quello sulla parità di genere”. L’’imprenditrice, entrando nel dettaglio delle discriminazioni nei luoghi di lavoro, ha poi sottolineato: “Esistono diversi modi attraverso cui un’azienda può tutelare la parità di genere, non solo sotto il profilo strettamente connesso all’equa corresponsione salariale a beneficio dei dipendenti, ma anche attraverso la previsione di una maggiore flessibilità nel rapporto di lavoro. Uno degli obiettivi che deve porsi l’imprenditore è prevenire e quindi annullare, di concerto con il personale degli uffici amministrativo-contabili, il divario – in termini di retribuzioni – che può generarsi, anche solo involontariamente, a vantaggio degli uomini e a scapito delle donne. In sostanza bisogna evitare il “gender pay gap”, ossia la disparità salariale tra i dipendenti di sesso diverso nel contesto lavorativo”. Riguardo all’evoluzione normativa che ha posto l’accento sulla questione, ha poi aggiunto: “L’imprenditore – e io da donna lo sostengo con maggiore convinzione e veemenza – deve offrire supporto alle lavoratrici nella cura e nella gestione dei figli, in ossequio al dettato normativo reso ancor più incisivo dal disposto della legge 162 del 2021, ma anche nella necessità di garantire alle donne condizioni di lavoro più agevoli che bene si ripercuotono sotto il profilo del business aziendale. Il datore di lavoro può davvero contribuite a supportare la gestione familiare delle donne, ad esempio consentendo loro di tornare al lavoro in modo semplice e senza stress dopo la gravidanza e alleggerendone gli oneri finanziari. L’imprenditore, nel prevenire ogni sorta di disuguaglianza di genere, deve poter creare, a beneficio delle donne, le condizioni necessarie in cui esse possono esprimersi lavorativamente e, con maggiore serenità, ottenere risultati maggiori. E con la speranza di un futuro sempre più roseo per le donne, auspico che sia riservata sempre massima attenzione al tema”. 

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