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IL MONDO SOTTERRANEO DI CESA SVELA LE TRADIZIONI PLURISECOLARI DI UNA POPOLAZIONE OPEROSA E DI NOTEVOLE INVENTIVA

Prima di parlare di Cesa (CE) occorre parlare del territorio a cui appartiene, ovvero dell’Agro aversano e per farlo ci affidiamo alla rappresentazione che ne fece, oltre due secoli fa, uno dei più grandi scrittori tedeschi –Johann Wolfgang von Goethe-, nell’opera “Italienisce Reise” (Viaggio in Italia): “la strada attraversò e superò nuove colline vulcaniche, ove non mi parve notare che poche rocce calcaree. Giungemmo infine nella piana di Capua, e poco più oltre a Capua stessa, dove ci fermammo per il mezzodì”. Il viaggio proseguì poi in direzione di Napoli dove era diretto, transitando per San Tammaro. Il suo diario segnava la data del 25 febbraio 1787. Ecco cosa scrisse allorché transitò per l’Agro aversano.” Nel pomeriggio una bella campagna uguale ci si schiuse dinanzi; la nostra via correva spaziosa tra i campi di verde grano, simile a un tappeto e già alto una buona spanna. Nei campi sono piantati filari di pioppi, sfoltiti per servir di sostegno alle viti. Così si continua fin dentro Napoli: un suolo terso, deliziosamente soffice e ben lavorato, viti d’eccezionale altezza e robustezza, coi tralci fluttuanti di pioppo in pioppo a mò di reti”. Dalla descrizione del Goethe ricaviamo che la prima cosa che catturava l’attenzione dei viandanti diretti a Napoli era, oltre la feracità della campagna, la particolare tecnica di potatura della vite. E la sua sensibilità ce ne tramanda un quadro poetico, quanto mai attuale anche oggi: “i tralci fluttuanti di pioppo in pioppo” gli apparvero quali “reti stese al vento”. Si tratta di una rappresentazione di vera poesia, molto importante, siccome proveniente da un uomo che si giudicava molto freddo e poco propenso alle facili adulazioni. In poche parole il poeta tedesco ci ha tramandato l’aspetto più iconico di tale tipo di viticoltura : la vite maritata a pioppi altissimi, anche 10/15 metri, su cui agili contadini si arrampicavano per cogliere gli abbondanti grappoli di un antico vitigno autoctono, ricco di succo da cui ricavavano, già da remotissimo tempo, un vino leggero, di colore giallo paglierino con riflessi verdolini e con un delicato profumo. Tuttora continua, nonostante le difficoltà implicanti tale tipo di viticoltura, la tradizione della vite maritata al pioppo. La decorsa domenica 17 settembre 2023, la locale popolazione e numerosi turisti hanno affollato le vie della cittadine di Cesa (CE) in occasione della manifestazione “Cesa, il Paese delle 99 grotte”. La kermesse, che si è svolta nei giorni dal 15 al 17 settembre, avrà un prosieguo anche nel prossimo fine settimana, dal 22 al 24 settembre. Le grotte di Cesa, come riportato dal dépliant diffuso dalla locale Pro Loco (prolococesa@libero.it), costituivano le prime opere realizzate all’interno dell’appezzamento di terreno destinato alla costruzione della corte (delle case di campagna). Si scavava in profondità costruendo poi le abitazioni col materiale estratto. Le profondissime grotte erano poi adibite alla conservazione degli alimenti e naturalmente, e soprattutto, del vino Asprinio. I visitatori sono stati accompagnati da diligenti guide che hanno spiegato la conformazione delle grotte, i criteri di costruzione, la loro profondità (di circa 13/14/15 metri), la temperatura costante che le connota (in estate ed inverno oscillante tra i 10 e i 13 gradi C). L’escursione ha interessato la Grotta Bortone, la Grotta De Michele e la Grotta Villa Mariniello. Tutte le visite sono state precedute dalle performances di eccellenti gruppi teatrali che hanno allietato l’attento uditorio con episodi riecheggianti la vita agreste ed i rapporti interpersonali, semplici e bonari, del tempo passato. Il grande Goethe fece il suo Grand Tour in Italia, mostrando particolare interesse per le bellezze artistiche ed architettoniche delle località incontrate durante il suo viaggio. Se avesse saputo delle grotte di Cesa le avrebbe sicuramente visitate e ce ne avrebbe lasciato una efficace descrizione. Pure oggi c’è una certa disinformazione su questo importante patrimonio, tenuto conto che buona parte della popolazione della provincia di Caserta, eccetto di quella dimorante nei 19 comuni dell’Agro aversano, ignora tuttora la sua esistenza. Eppure le grotte costituiscono delle importanti testimonianze della vita rurale dei secoli passati; e per la loro ampiezza e profondità hanno suscitato nei visitatori non poco stupore. Un’atmosfera d’incanto ha fatto da cornice al vivace affollamento di esse, in cui i visitatori hanno potuto trovare una risposta a tutte loro curiosità, grazie alla presenza in loco di esperti della storia locale, che hanno illustrato come nei secoli passati i loro antenati, con intelligenza e sforzi sovraumani, in relazione ai mezzi tecnici, al tempo disponibili (piccone e pala), abbiano saputo scavare nel sottosuolo delle opere mirabili. E’ singolare che un patrimonio di siffatta rilevanza sia pressoché sconosciuto a livello nazionale e finanche a livello regionale. Che sia proprio così è dimostrato dalla circostanza che né “La Guida d’Italia – Campania- del Touring Club Italiano”, né “L’Enciclopedia dei Comuni d’Italia – La Regione Campania, paese per paese-“ accennano alla presenza delle grotte di Cesa, nonostante il loro elevato numero (99) e la loro dimensione e la pregevole conformazione architettonica. La Pro Loco di Cesa ha fatto veramente un lavoro egregio coinvolgendo le migliori potenzialità culturali della cittadina. Le visite alle grotte sono state eseguite per gruppi, stante la numerosa partecipazione al programmato evento che si è svolto lungo un percorso che ha saputo coniugare il momento dedicato alla illustrazione di quel particolare patrimonio culturale con le degustazioni enogastronomiche. Un plauso, dunque, alla Pro Loco di Cesa per lo sforzo che profonde per promuovere la divulgazione della conoscenza di questo immenso patrimonio sotterraneo, una vera città sotto la città, che potrebbe essere inserito in un tour turistico, anche di un paio di giorni, in uno col Museo Archeologico dell’Agro atellano: un’occasione imperdibile per l’evasione e per il rilancio turistico dell’area aversana. Domenica 17, l’escursione in sole tre grotte e la degustazione dei prodotti tipici locali, accompagnata da un buon bicchiere di vino asprinio, nella freschezza che solo quegli ambienti sotterranei sanno accordare, hanno fatto vivere agli stupefatti visitatori una giornata indimenticabile, carica di rurali suggestioni, sintetizzate anche in un murales, di recente realizzazione, che riproduce la raccolta eroica dell’uva penzolante da viti abbarbicate su pioppi altissimi.

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