Nelle indimenticabili immagini dei festeggiamenti sulla panchina ad Euro 2020, dove Mancini viene letteralmente avvolto dagli abbracci degli uomini del suo staff, spiccano in modo particolare l’entusiasmo e la gioia di Attilio Lombardo. In pochi sanno che Attilio è nato a S. Maria La Fossa, in provincia di Caserta. Forte anche il legame con la città di Capua. Attilio è, infatti, un cugino di primo grado del presentatore di Miss Italia Erennio De Vita.
La mamma, Teresa De Vita (nella foto successiva), è la sorella di Giuseppe, padre del noto professionista capuano. Negli anni 50′, la signora Teresa, che viveva con la famiglia a Capua, conobbe Domenico Lombardo di S.Maria La Fossa e poco dopo si sposarono. Dal matrimonio nacquero 4 figli: Pasquale, Alberto, Angela e Attilio.
Appena dopo la nascita di Attilio a S.Maria La Fossa, la famiglia si trasferì però a Milano. E fu proprio nell’oratorio di Milano che Attilio cominciò a tirare i primi calci ad un pallone. Iniziò a giocare con il Pergocrema in serie C, poi fu acquistato dalla Cremonese e subito dopo dalla Sampdoria con la quale vinse uno scudetto e una Coppa delle Coppe. La sua straordinaria carriera continuò con la Juventus, la Lazio, a Londra con il Cristal Palace e con la Nazionale Italiana di Arrigo Sacchi. Attilio Lombardo diventa un’ala di spessore, dotato di gran fisico e di una straordinaria resistenza. Fa parte di un “gruppo” esclusivo di sei calciatori che sono riusciti nell’impresa di vincere lo scudetto con tre squadre diverse (Sampdoria, Juventus, Lazio). È proprio alla Sampdoria che vengono fuori le sue qualità. Con i blucerchiati vince lo storico scudetto della stagione 1990/91 e altri trofei. Con la stessa maglia della Samp disputa anche la finale di Coppa dei Campioni persa però contro il Barcellona. La stessa Coppa Campioni (che poi cambiò denominazione in Champions League) che vince poi nel 1996 con la Juventus, alzandola nel cielo di Roma in una finale contro l’Ajax ai rigori. Nel 1997 si trasferisce al Crystal Palace, squadra di Londra, dove diventa “player manager”.
Concluse la sua carriera da calciatore tornando a vestire la maglia blucerchiata, dopo un’esperienza significativa alla Lazio.Alla fine della sua carriera da calciatore, la forte amicizia con Roberto Mancini permise ad Attilio di seguire l’amico, già allenatore affermato, dapprima al Manchester City come collaboratore tecnico, poi in Turchia al Galatasaray ed infine nello staff della Nazionale Italiana.
Attilio è stato – non solo un’ala dalle caratteristiche uniche nel periodo – ma anche un grande uomo di spogliatoio. Ovunque è stato amato dai tifosi che gli attribuirono anche vari soprannomi: “Popeye” quelli della Samp e “Bald Eagle” quelli londinesi, che lo ricordano ancora con tantissimo affetto.
Indimenticabili le sue scorribande sulla fascia, i suoi siparietti con i vari campioni quali Gullit, Conte, Deschamps ecc e la sua personalità gentile e onesta. Come indimenticabile per lui la sua terra, dove è sempre tornato nel corso degli anni, mentre alzava trofei in giro per l’Italia, così come fanno i grandi uomini che, nonostante i successi, non cancellano le proprie origini. L’umiltà che lo ha sempre caratterizzato lo ha reso uno dei calciatori italiani più titolati e stimati di sempre.