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CAPUA. LA MIRABILE STORIA DELLA CHIESA E DELL’OSPEDALE DI SAN LAZZARO: LA CHIESA C’E’ ANCORA MA TUTTO IL RESTO E’ STATO RIMOSSO, COMPRESA LA MAGNIFICA FIERA CHE VI SI TENEVA ANNUALMENTE DELLA QUALE E’ RIMASTA SOLTANTO UNA VAGA MEMORIA.

SETTIMA PARTE
(SESTA PARTE PUBBLICATA IL 24 MARZO 2025)

ORAZIONE A SAN LAZZARO
Questa breve esposizione -che riassume tutta la storia del culto del San Lazzaro di Capua, dall’inizio
fino al suo tramonto, avvenuto all’inizio della seconda parte del decorso secolo- la chiudiamo col riportare il testo dell’orazione a quel Santo, ripetuta chissà quante volte nei secoli passati sotto la volta di quell’umile chiesa che ancora oggi si staglia solitaria nella piana della cosiddetta piazza d’armi di Capua:
“O mio spezialissimo Protettor S. Lazzaro, che povero e mendico ti portasti avanti la porta del ricco
Epulone, e stando ivi tutto nudo e lacero attendevi le briciolette, che cascavano dalla sua mensa; Tu che
fosti vero esempio di Cristo, impetrami ora per gli tuoi gran meriti, che io, mercé la tua intercessione,
stando in questo mondo valle di miserie e lagrime sia libero e sicuro da piaghe, ferite e da qualunque
morbo, così del corpo, come dell’anima; per goderti eternamente nel Paradiso. Amen”.
Dall’orazione in questione ricaviamo che dopo un periodo di confusione e di incertezze si consolidò
definitivamente il culto di San Lazzaro Mendico.
Eppure leggendo l’atto notarile, scritto in volgare arcaico, della istituzione della Chiesa di San Lazzaro,
si ricava la solennità di quella scrittura stilata alla presenza di un capuano passato alla storia – Pier delle
Vigne -, di cui si riportano i primi righi: “Nel nome di Cristo Salvatore. Anno 1228. Sotto il regno di Federico II Imperatore. Il 2 marzo io Giovanni curiale sono stato pregato dall’onest’uomo e nobile Lazzaro di Raimo, gentiluomo della città di Capua, presente Pier delle Vigne, giudice a contratto, che l’onest’uomo ha fondato una Cappella sita e posta fuori le mura della città di Capua …..”. L’atto, di cui è stata riportata la premessa, scritto in volgare arcaico (idioma misto tra il latino e la nascente lingua italiana), non costituiva la scrittura notarile originale, ma una traduzione di esso, in quanto l’originale, redatto in latino, è andato smarrito. Don Umberto D’Aquino, sacerdote capuano, che ha investigato con cura l’attuale Chiesa di San Lazzaro ebbe a scrivere che essa “non mantiene nulla o quasi della fondazione di Lazzaro di Raimo, anzi è discutibile se occupi, almeno la chiesa che è rimasta, la stessa area di quella antica, che forse si trovava qualche centinaio di metri più lontano da Capua. L’antica chiesa, con l’ospedale, fu distrutta nel 1799 durante la guerra contro le truppe dello Championnet”. Ferdinando IV la riedificò nell’anno appresso, cioè nel 1800, non ricostruendo, però, l’ospedale, poiché in quell’epoca la lebbra era stata definitivamente debellata ed il nosocomio veniva già da tempo utilizzato per curare altre patologie.
FINE SETTIMA PARTE

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