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RUBRICA: IN UN MONDO … PETS. GLI ANIMALI E L’ASPETTO LEGALE, LE DIFFERENZE TRA L’ALLEVATORE PROFESSIONALE E QUELLO AMATORIALE

Oggi affronto un tema importante, uno degli aspetti legali in ambito animali con l’Avvocato Antonio Grasso.

Ciao Antonio, oggi parleremo della figura dell’allevatore nel nostro Ordinamento Giuridico, un aspetto ancora poco chiaro per molti.

Ciao Valentina, sì purtroppo a seguito dello sviluppo delle forme di comunicazione via web e, soprattutto, dei social network si è venuta a creare una grande confusione sulla figura dell’allevatore in cinofilia.

E noi in questo articolo, vogliamo proprio fare chiarezza in merito e soprattutto sulla fondamentale distinzione tra allevatore professionale e allevatore amatoriale.

Purtroppo tante volte leggiamo utenti della rete autodefinirsi “allevatori” professionali o amatoriali senza avere essi stessi precisa contezza della terminologia utilizzata.La Legge 349 del 23 agosto del 1993 definisce l’attività cinotecnica come l’attività volta all’allevamento, alla selezione e (anche ) all’addestramento delle razze canine.

Cosa puoi dirci dell’allevatore professionale?

Partendo dalla figura dell’allevatore professionale, possiamo dire che egli è un imprenditore agricolo- ai sensi dell’art. 2135 cc- che svolge l’attività cinotecnica come prevalente rispetto ad altre sue attività anche non agricole . In altre parole, il reddito derivante da detta attività costituisce il suo reddito principale.

E ciò cosa comporta?

A ciò consegue, naturalmente, tutta una serie di prescrizioni proprie delle attività di impresa. In particolare, l’allevatore dovrà provvedere all’iscrizione alla Camera di Commercio, richiedere le autorizzazioni sanitarie alle competenti Asl Veterinarie e ottenere la licenza esercitare l’attività e la detenzione di animali nei Comuni che hanno provveduto ad istituire l’Unità Ambiente.

Quindi anche essere in possesso di una Partita Iva, giusto ?

Assolutamente sì ed è inutile sottolineare che essendo muniti di Partita Iva, per ogni acquisto di cuccioli presso un allevamento professionale , come per ogni altra attività ad esempio di addestramento dovrà essere rilasciata regolare fattura.

Per quanto riguarda l’allevatore amatoriale?

L’allevatore amatoriale, invece, è colui che svolge altra attività lavorativa ma che, per passione, detiene cani e ne cura la selezione . In particolare ai sensi del D.M. 28 gennaio 1994, possono essere definiti amatoriali coloro che detengono “un numero inferiore a cinque fattrici e annualmente producono un numero inferiore alle trenta unità”.

Per loro cosa cambia per la fatturazione? In questo caso, non essendo titolari di partita IVA specifica , non potrà essere richiesto il rilascio della fattura, ma dovrà in ogni caso essere emesso una ricevuta (ad esempio come prestazione occasionale) relativa all’incasso.

A questo punto devo chiederti una delucidazione per coloro che sono riconosciuti Enci e Fci, cambia qualcosa con tale riconoscimento?

Va sicuramente chiarito l’equivoco in cui spesso si cade credendo che gli allevatori riconosciuti da Enci e FCI- i cosiddetti titolari di affisso- siano da considerarsi sempre allevatori professionali. L’affisso è un riconoscimento personale concesso dalle istituzioni della cinofilia , consente di individuare il “prodotto” di un determinato allevatore ma non lo rende un allevatore professionale. In mancanza dei requisiti imprenditoriali sopra indicati, anche un allevamento con affisso resta in ogni caso un allevamento amatoriale.

Credo che sia davvero tanto da chiarire nell’ambito, non credi?

Senza dubbio molte sono le zone d’ombra nella normativa afferente questa materia , come pure molte considerazioni andrebbero fatto sulla regolamentazione relativa alla concessione degli affissi.

Se vorrai potremo sicuramente approfondire tali aspetti in altri articoli. Intanto ti ringrazio ed a presto.

Grazie e quando vuoi possiamo affrontare altri argomenti.

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